«In campo per abbattere le barriere»

SPORT E DISABILITÀ. Venerdì prossimo al teatro delle Opere Parrocchiali la tavola rotonda con grandi campioni nel segno dell’inclusione
L’obiettivo è permettere ai ragazzi con deficit di praticare l’attività agonistica. La sfida è lanciata da una mamma. Pozzato e la Dorio tra gli ospiti

di Alessandra Dall’Igna

Nello sport, come nella vita, vince chi, al di là dei punteggi e delle classifiche, affronta le sfide con coraggio e determinazione. Soprattutto quando queste sfide hanno a che fare con una disabilità fisica o cognitiva, e con un mondo non sempre preparato ad offrire una proposta sportiva in grado di accogliere e far giocare insieme bambini e ragazzi sia normodotati che diversamente abili.

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Dal Giornale di Vicenza di venerdi  28/09/2018

Ospedaletto insaziabile, punta all’Élite

AMATORI. La società, nata nel 2002, è decisa ad ampliare il suo già ricco palmares e sogna di tornare al giocare al Menti
Il segreto del successo è l’affiatamento del gruppo – I giocatori si autofinanziano con l’aiuto di alcuni sponsor

di Chiara Ferrante

Destinazione Menti. Dopo aver conquistato in passato la partecipazione alla Supercoppa, la squadra amatori U.S. Ospedaletto sogna ancora di scendere in questo storico campo.

«La prima volta per noi è stata un’emozione e una vera soddisfazione» affermano dalla società con il ricordo ancora vivo di una tappa importante del percorso sportivo. Formata nel 2002, la squadra, pur mantenendo l’autogestione, vivendo con le quote dei giocatori e il sostegno di alcuni sponsor, fa parte dell’omonima società in attività dal 1972.

«L’Ospedaletto al tempo aveva una squadra Figc che militava in seconda o terza categoria. Il gruppo contava tanti tesserati e da qui ha preso forma l’idea di creare una squadra Aics, fondata dalla vecchia dirigenza» racconta Simone Zilio, ex giocatore e attualmente responsabile degli Amatori insieme a Alain Caliaro, anche lui con un passato da atleta. «Alcuni giocatori sono arrivati dalla prima squadra, altri nuovi si sono iscritti. Da tre anni l’Ospedaletto Figc non esiste più: la società ha deciso di puntare sul settore giovanile e sugli Amatori».

Tra i fondatori, Alessandro Carbone, ora con il ruolo di dirigente. Allenamenti martedì e giovedì e partita il sabato pomeriggio nel campo di Ospedaletto, i neroverdi hanno ripreso l’attività regolare con un nuovo obiettivo stagionale: puntare ai playoff. «Abbiamo concluso la stagione a metà classifica del girone I: né bene né male» continua Zilio. «La nostra aspirazione è la promozione in Élite e fare un bel campionato, anche quest’anno guidati da mister Emanuele Caoduro e staff».

L’Ospedaletto ha voglia di ampliare il proprio palmares che fin da subito è stato importante. L’anno della fondazione, infatti, ha trionfato nel torneo Primavera con conseguente diritto a disputare il triangolare allo stadio Romeo Menti assieme al Bassano e alla Goliardica. «La storia si è ripetuta anche nella stagione 2004/2005: abbiamo conquistato la coppa Primavera vincendo tutte le gare e partecipato al triangolare di Vicenza. Nel 2016, poi, abbiamo disputato la finale del torneo Fair Play».

Il segreto tramandato di stagione in stagione? L’affiatamento del gruppo. «All’inizio la particolarità della squdra era data dal fatto che era cento per cento del paese: tutti i membri erano abitanti di Ospedaletto o vi avevano risieduto. Ora non è più così, i giocatori vengono anche dai dintorni di Vicenza. Ma il gruppo è sempre solido e ci troviamo il più possibile dopo l’allenamento o al termine della gara nella struttura del campo».

Non solo cene e feste, però, ma tanto calcio, anche extra campionato ufficiale. «Cerchiamo di organizzare tornei anche durante l’anno e non esclusivamente nel periodo estivo. Questo rappresenta l’occasione ideale per ritrovarsi anche con gli storici della società e, così, raccogliere fondi».
E continuare, perciò, ad insegire i sogni neroverdi.

Dal Giornale di Vicenza di lunedì 17/09/2018

Asca senza età, in campo anche a 60 anni

AICS. I leoni di Sant’Agostino pronti ad un nuovo campionato dopo una partita amarcord disputata con le vecchie glorie
L’obiettivo è arrivare ai play off, con il contributo di De Pascale, terzino classe 1958

di Chiara Ferrante

Le vecchie glorie sono tornate. I leoni dell’Asca Sant’Agostino, da sempre simbolo dello stemma ufficiale, hanno
spento da poco trenta candeline e, per l’occasione speciale, hanno sfidato i protagonisti del passato.

«Lo scorso giugno per festeggiare il trentennale della società, abbiamo organizzato una partita tra i giocatori attuali e quelli che hanno scritto la storia della squadra – racconta Domenico Milano, dirigente e vice allenatore –. In scena al campo S.Agostino un vero match e il risultato tirato ne è una dimostrazione. Ha vinto il gruppo di
oggi per 4 a 3. In finale, durante il rinfresco, anche un’asta con tutte le maglie storiche utilizzate in questi
anni».

Nata nel 1989, la squadra amatori è frutto di una nuova avventura.

«Il gruppo, infatti, è stato fondato da alcuni giocatori di una società del tempo, la Penta Studio, desiderosi di provare una nuova esperienza – si unisce Massimo Pegoraro, giocatore e presidente in carica dal 1998 -. Inizialmente ci siamo chiamati “Asca”, acronimo di “Associazione sportiva calcio amatoriale”. Dal 1996 portiamo il nome attuale in seguito alla fusione con l’allora Sant’Agostino ».

Prima Csi, poi Aics, in tempi recenti la società tornò a disputare i campionati del Centro sportivo italiano giocando tre finali, ma senza la conquista della vittoria sperata.

«Abbiamo costruito così una squadra con un buon livello tecnico e nella stagione 2016/2017 abbiamo deciso di militare nuovamente in Aics, dove tuttora siamo presenti – continua Milano -. Abbiamo conquistato subito il Torneo Fair Play a Travettore, chiudendo la finale con l’Audace Le Torri sul 2 a 0».

Allenamenti martedì e giovedì, partita in casa il sabato pomeriggio, l’Asca S. Agostino prepara ora il nuovo anno di competizioni.

«Abbiamo concluso il girone H al di sotto delle nostre possibilità, avendo un potenziale da primi posti in classifica. Ci è mancatala costanza, per questo vogliamo decisamente migliorare e puntare a nuovi obiettivi. L’Elite sarebbe una speranza, ma realisticamente diciamo che puntiamo ai play-off».

Ripresi, perciò, gli allenamenti con una partita in famiglia e con l’organizzazione di una serie di amichevoli in attesa del fischio d’inizio. Ai rossoblù non resta che dimostrare in campo la loro solida unione, rappresentata fuori dallo spogliatoio da una forte amicizia.

«Il terzo tempo al bar è un appuntamento fisso, ma i ragazzi si sono uniti e si ritrovano anche oltre gli incontri di calcio. Feste, compleanni, serate, l’Asca Sant’Agostino è una vera compagnia, un grande gruppo della zona».

Lo zoccolo duro, quindi, continua. Ed è per questo che la formazione vanta un terzino destro classe 1958: Pietro
De Pascale, da dieci anni in campo con loro.

Dal Giornale di Vicenza di lunedì 10/09/2018

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